A Arte de Insultar
L'Arte di Insultare, di Arthur Schopenhauer, è un abecedario degli insulti, una raccolta di critiche, probabilmente derivanti da sue impressioni e pensieri personali, recuperate da vari documenti, e messe insieme, dopo la morte del filosofo tedesco. Particolarmente interessante e affascinante evidenzia quanto talento sia necessario per esprimere chiaramente la critica, a volte violenta, altre volte sottile e quasi satirica, sulle persone, sulle situazioni e sui comportamenti, tipici dell'epoca in cui lui il filosofo visse, e cioè a cavallo tra il 1880 e il 1900. A distanza di oltre 100 anni, alcune concezioni sono radicalmente mutate, altre si stanno modificando, e altre ancora, purtroppo, continuano a essere ristrette, crudeli, e incivili, e chissà se basteranno altri 100 anni, perché i cambiamenti siano davvero effettivi e stabili, e la coscienza umana progredisca. Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860) fu uno dei massimi filosofi del primo ‘800. Nasce da padre commerciante e madre scrittrice. Fu un uomo dall’ingegno molteplice, interessato ai diversi aspetti del sapere umano, dalla filosofia alla matematica, dalla religione alla storia. Nel 1918 pubblica la sua più grande opera "Il mondo come rappresentazione e volontà", senza però trovare un diffuso successo. Filosofo antiaccademico per eccellenza, preferisce ad una cattedra all’ombra del suo rivale Hegel all’università di Berlino, una vita da libero pensatore. Dopo alcuni viaggi si stabilisce a Francoforte dove risiederà fino alla sua morte. Il vero successo lo raggiunge solo nel 1851. Negli ultimi anni della sua vita, anche a causa dei tardivi riconoscimenti, Schopenhauer si ritirerà a vita privata, circondato solamente da una cerchia di (come egli stesso amò definirli) "devoti apostoli", tra i quali il compositore Wagner.